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Incrementare l’inclusione sociale e superare l’esperienza del reddito di cittadinanza. E’ uno degli obiettivi del decreto Lavoro. Il dibattito pubblico si è articolato fra pro e contro. Ma se si accetta l’idea che tutte le misure d’inclusione sociale, che si chiamino assegno d’inclusione o reddito di cittadinanza, sono espressione dell’etica sociale del nostro ordinamento e della Costituzione che ad esso presiede, occorre interrogarsi sull’impatto che determinate politiche di sostegno al reddito hanno avuto, hanno ed avranno sulla tenuta dell’attuale assetto democratico della società civile. Venendo al merito delle norme introdotte dal D.L. n. 48/2023 appare evidente che la differenza di approccio rispetto al reddito di cittadinanza si colloca sul tema della platea dei destinatari delle misure e, quindi, sulla differenza fra occupabili e non. Cosa è importante?
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L'assunzione a tempo determinato per la sostituzione di un dipendente assente, che ha diritto alla conservazione del posto, è una delle causali legittimanti l’apposizione di un termine al contratto secondo le previsioni del decreto Lavoro. In particolare, per l’utilizzo di tale tipologia contrattuale sono previste alcune regole specifiche e agevolazioni per i datori di lavoro. Infatti, il contratto a termine stipulato per esigenze sostitutive non è soggetto al versamento del contributo addizionale nella misura dell’1,4% della retribuzione imponibile previdenziale e, inoltre, per questa tipologia di causale non è prevista la computabilità dei lavoratori assunti a tale titolo nel calcolo utile alla verifica dei limiti quantitativi. Come devono, invece, essere individuate le mansioni a cui adibire il lavoratore assunto per esigenze sostitutive?
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Con il decreto Lavoro il Legislatore ha previsto nuove causali per i contratti a termine al fine di eliminare alcune rigidità che impedivano un utilizzo di tale tipologia contrattuale oltre la soglia del primo anno. In particolare, è affidata alla contrattazione collettiva di ogni livello la possibilità di individuare le condizioni da apporre al contratto a termine una volta superata la soglia dei 12 mesi. Sotto l’aspetto puramente operativo si pongono, tuttavia, alcuni problemi. A esempio, in presenza di contratti collettivi a vari livelli (nazionale ed aziendale) che disciplinano le causali in maniera diversa, quale bisogna seguire? In assenza della previsione della contrattazione collettiva come è meglio indicare le esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva alla base della motivazione del contratto a termine che si intende instaurare?
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“Oggi come ieri l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha come obiettivo prioritario quello di contrastare ogni forma di violazione delle norme sul lavoro e non solo al fine di tutelare i diritti dei lavoratori, ma anche di tutelare la maggioranza delle imprese, che opera nella piena legalità e che si trova a dover competere con chi crea dumping risparmiando sui versamenti contributivi, sulle retribuzioni e sugli adempimenti prevenzionistici. Non dimentichiamoci che l’Ispettorato svolge una notevole mole di servizi quali conciliazioni, arbitrati, certificazioni, verifiche amministrativo-contabili ecc. Ma l’attività di vigilanza sul lavoro è e resta sicuramente la priorità. Si tratta ora, rispetto al passato, di darle nuova linfa”. Il Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi, anticipa a IPSOA Quotidiano i temi al centro del suo intervento al XII Forum One LAVORO, dedicato al “Mondo del lavoro 2023: novità e prospettive”, che si svolge oggi a Modena e in live streaming.
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“Un esperimento, condotto su scala globale, nell’ambito della campagna 4 day week ha dimostrato che le organizzazioni del lavoro coinvolte hanno registrato anche una crescita del fatturato e, al tempo stesso, della produttività dei dipendenti. Aspetti ai quali si sono affiancati cali dell’assenteismo e del turnover. Ma una nuova organizzazione del lavoro intesa ad aumentare la produttività richiede lo sviluppo di modelli efficaci. Dunque, ormai, la quantità di ore lavorate non è certamente più il valore che definisce e sostiene la produttività. Ritengo che, sul piano della produttività, assuma rilevo la contrattazione di secondo livello, che permetta di negoziare un rapporto concreto ed equilibrato tra organizzazione del lavoro, produttività e retribuzioni adeguate". Il Ministro del Lavoro del Governo Prodi, Cesare Damiano, anticipa a IPSOA Quotidiano i temi al centro del suo intervento al XII Forum One LAVORO, dedicato al “Mondo del lavoro 2023: novità e prospettive”, che si svolge oggi a Modena e in live streaming.